sabato 31 maggio 2014

Significato dell'orchidea nel linguaggio dei fiori

(nella foto : la mia orchidea continua a fiorire...)

Nel linguaggio dei fiori, il significato del fiore di Orchidea equivale ad eleganza e sensualità ma, grazie alla sua bellezza, non sarebbe possibile non regalarla ad una donna bellissima ed affascinante, tale da suscitare un’autentica ammirazione e una conseguente totale dedizione. 
L'Orchidea non vuole semplicemente indicare la sensualità ma anche lusso, fascino e passione. Insomma, l'Orchidea è il fiore da regalare quando siete proprio sicuri che la vostra passione sia corrisposta.

lunedì 26 maggio 2014

Versi brevi


Sempre nel mio cuore
come un palpito
come un battito
indiscindibile.

  

Un lampo di luce
squarcia il cielo
mi appare il tuo viso
e rinascono i sogni.

 
Nel buio
dei miei ricordi tristi
tu sei il faro
che guida il mio cammino.

 

Marilicia 06/11/2013

venerdì 23 maggio 2014

ღ Poesia di Neruda ღ


Piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo 
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro senza sapere chi
sarà il primo e chi l’ultimo,
 se il tuo corpo canterà
con il mio perchè insieme è gioia….
Allora sarà Amore
e non sarà stato vano aspettarti tanto.

(Pablo Neruda)


Sta rifiorendo la mia orchidea !


domenica 11 maggio 2014

Buona Festa della Mamma








Ora Nel Vento 


Nell’oceano 
Dei tuoi desideri repressi 
Navigava il tuo credo di madre 
Per istinto felina e protettiva . 
“Donna partorirai con gran dolore “ 
e lo sapevi quando , per vocazione , 
sentivi dentro al tuo ventre 
i palpiti e gli spasimi 
e tu stringevi i denti 
senza un lamento piena d’emozione . 
Poi ad uno ad uno , col passar degli anni, 
ti lasciarono sola per andare 
in una terra dove il pane è duro 
a fare i vu’ cumprà o gli accattoni 
ma tu non lo sapevi . 
Nell’ultimo sospiro li chiamasti 
Come un appello antico , una preghiera , 
e in quel momento 
non tutti li vedesti al capezzale . 
ora madre senza confini , senza più desideri 
tu certamente ascolti 
echi dei vu’ cumprà , di quei tuoi figli , 
nel vento , nell’azzurro , nella pace 
dei tuoi incomunicabili silenzi… 


Luciano Somma



Un caro saluto a tutti voi,
sempre con Tanto Amore nel cuore…

Per te mamma

Mamma 
sarà forse per il nome che mi hai dato
che io amo tanto i fiori...
Il fiore più bello eri tu,
ma da quando non ci sei più
ogni fiore che sboccia
è per te
così come il mio pensiero
ogni giorno
di ogni settimana
di ogni mese
di ogni anno....

Tua Fiorella

sabato 10 maggio 2014

Festa della Mamma



AUGURI
a tutte le mamme
amiche e collaboratrici di questo blog.

  da oasidellapace.blogspot.com

Marilicia

lunedì 5 maggio 2014

Il cinque maggio

Lo scrittore italiano Alessandro Manzoni realizzò i famosi versi in seguito alla notizia della morte di Napoleone, avvenuta appunto il 5 maggio del 1821.
Manzoni non si era mai preoccupato molto delle vicende legate al famoso condottiero corso.
Tuttavia, una volta scomparso, sentì il desiderio di raccontarne le gesta, dal successo al declino, senza esaltarlo o criticarlo.
Fu scritta in soli tre giorni, grazie ad una forte spinta emotiva, tra il 17 e il 19 luglio dello stesso anno.

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Poesia scritta nel 1821 e dedicata a Napoleone
Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 - Milano, 22 maggio 1873) 

fonte
http://www.ecoditorino.org/poesia-il-cinque-maggio-di-alessandro-manzoni.htm

giovedì 1 maggio 2014

E' ritornato maggio


Con questo roseto in sboccio, vi auguro BUON 1 MAGGIO, ricordando una simpatica filastrocca che mi cantava papà:
" Cucù... cucù... l'inverno non c'è più...è ritornato maggio al suono del cucù! cucù...cucù.."